Thursday, November 8, 2007

Some observations on the mass tourism effects in the Maldives


On yesterday's “C’era una volta” (Once upon a time) episode Silvestro Montanaro explained the effects mass tourism provoked on a tropical paradise like the Maldives.

According to the journalist there are two different kinds of persecutions suffered by the local population due to the mass tourism, from the local government and from the foreign companies investing in the Maldives.

In this archipelago mass tourism finances directly the State which, pretending a democratic model, persecutes its population as a dictatorial regime. Due to the risk of been imprisoned or even tortured solely for defending their own freedom of speech and press, today, people who continue to fight for their rights are less and less. A woman, member of the parliamentary opposition, says: “I just do it for my Country”, she has to be considered an hero.

Instead of contributing to the wealth of the population, in the Maldives the mass torusim finances entries paradoxically ends up to oppress it. Already grinded down by their governement, maldivians are isolated by the richness circle created by the foreign societies on the premises. Apart from loooking for the lowest cost labour, even requiring it from abroad, foreign companies don’t warrant any work right in terms of safety, illness pay, … Beloved things in the so called “West” are not present in this archipelago and even requested by foreigners. Moreover the international hotel chains import food from outside the Maldives, it is something paradoxical.

So, while in the luxury hotels tourists enjoy huge swimming-pools, nearby the local population has to choose how to exploit the not much water, for cooking or washing.

Given that it is clearly visibile this vicoius circle starts with the tourists’ money, I wonder how we got to create all this, how we blame to directly finance the increase of poverty and persecution of this population.


Are there really different typologies of human beings?


Can a “good” mass tourism develop without economically penalizing the local population?


Does Maldivian population poverty only depends on the local governement administration? If so, why doesn't the so-called “West” doesn’t consider to defend the rights of this population from the persecution of its regime, instead of giving to societies without scruples the consent to exploit it more than they already are by their own government?


Prehaps because in the Maldives there’s no petroleum.


More info: Dhivehi Observer


ITALIANO

Alcune riflessioni sugli effetti del turismo di massa nelle Maldive

Ieri sera stavo guardando una puntata di uno dei programmi televisivi più intelligenti del palinsesto italiano, “C’era una volta”, in cui il bravo Silvestro Montanaro parlava degli effetti che il turismo di massa provoca in certi paradisi tropicali come le Maldive.

Secondo il giornalista vi sarebbero due forme di oppressione che subisce la popolazione locale in seguito al turismo di massa, una da parte del governo locale e l’altra da parte delle società straniere presenti sul territorio.

Nel caso dell’arcipelago delle Maldive il turismo di massa finanzia direttamente le casse dello Stato il quale, sotto falsa veste di una democrazia, tiene col pugno di ferro il suo popolo sotto forma di un regime dittatoriale. A sfidare il governo locale ormai sono in pochi, perché sanno che per la difesa della propria libertà di espressione o di opinione rischierebbero di essere incarcerato e torturati. È da apprezzare la frase di una donna dell’opposizione la quale ha affermato “Lo faccio per il mio Paese”. Nel suo piccolo è un eroe.

Invece di contribuire alla ricchezza di tutto il popolo, le entrate del turismo di massa nelle Maldive paradossalmente finiscono per opprimerlo. Già vessato dal proprio regime al potere, i maldiviani si vedono isolati dal ciclo di ricchezza creato dalla società straniera che investe in loco. Quest’ultime, oltre a cercare manodopera più a basso costo possibile, arrivando persino ad importarla da fuori, non garantiscono la difesa di alcun diritto dei loro lavoratori, né dal punto di vista della sicurezza, né da quello della retribuzione che può variare, né garantendo loro alcuna copertura sanitaria in caso di malattia o di ferimento. Tutte questioni tanto care in Occidente, ma dato che non sono presenti in questo arcipelago, esse sono le prime a non affaticarsi per creare un ambiente migliore. Inoltre le catene di questi grandi alberghi importa il cibo da fuori le Maldive, è qualcosa di paradossale, diminuendo così le opportunità di lavoro dei pescatori locali.

Così mentre negli alberghi di lusso i turisti si fanno il bagno nelle piscine, a pochi metri di distanza la popolazione deve razionare l’acqua per decidere se cucinare o lavarsi.

Allora, dato che è evidente che questo circolo vizioso inizia con il denaro delle persone che si recano in questo arcipelago, mi chiedo come siamo arrivati a creare questo mostro secondo cui siamo noi stessi che indirettamente provochiamo l’aumento della povertà e dell’oppressione di un popolo.


È possibile che esistano uomini di serie A e di serie B?


Può esistere un turismo di massa “intelligente”, che si sviluppi senza danneggiare economicamente il popolo locale?


La povertà del popolo maldiviano dipende esclusivamente dalla gestione del governo locale?

E se è così, perché il famoso Occidente non si dà da fare per difendere i diritti di queste persone dall’oppressione dei loro regimi invece di permettere a società senza scrupolo di sfruttarle più di quanto non lo siano dai loro connazionali?


Forse perché alle Maldive non c’è il petrolio?


No comments: