Wednesday, June 13, 2007

APPELLO DI PROTESTA CONTRO LE AFFERMAZIONI DI MAGDI ALLAM SULLE UNIVERSITÀ ITALIANE


Vi inoltro un appello di protesta che Se.Sa.MO. promuove contro le affermazioni di MAGDI ALLAM. Nel suo libello “VIVA ISRAELE!” egli afferma che le università italiane “pullulano” di docenti “collusi con un'ideologia di morte profondamente ostile ai valori e ai principi della civiltà occidentale e all'essenza stessa della nostra umanità”.
Concordo pienamente con ENRICO FASANA, Università di Trieste, secondo il quale, far circolare messaggi molto generici circa pensamenti molto personali sulle università italiane,senza specificarne il contesto, lo scritto, la conferenza ed altro, rischia di contribuire a accrescere l’odio e le minacce alla vita del sig. MAGDI ALLAM ,già costretto a circolare con scorta armata.

Senza entrare nel merito delle accuse specifiche rivolte nell'ultimo libro di Magdi Allam a singoli colleghi noti a chiunque si interessi di questioni relative al Medio Oriente e all'Islam non solo come ricercatori seri e qualificati, ma persino come persone coinvolte in svariate forme di impegno civile, intendiamo protestare fermamente davanti alla sfrontatezza di chi afferma che le università italiane "pullulano" di docenti "collusi con un'ideologia di morte profondamente ostile ai valori e ai principi della civiltà occidentale e all'essenza stessa della nostra umanità".
Ci pare davvero eccessivo che quanti, in sede di dibattito scientifico e civico, esprimono posizioni differenti da una pretesa unica “verità interpretativa” divengano automaticamente estranei a universali valori di civiltà o, addirittura, alieni dalla comune umanità.
Una tale impostazione non solo è lontanissima dallo spirito e dai valori di una democrazia costituzionale – e molto più in linea con ideologie totalitarie - ma si pone anche a siderale distanza dal senso critico che sta alla base della ricerca storica e scientifica e dalla stessa, difficile ma essenziale, missione dell'informazione giornalistica in una società plurale.
Tutto ciò rischia di contribuire, purtroppo, al preoccupante imbarbarimento dell'informazione in un paese come il nostro che già si trova a pagare un prezzo troppo alto alle varie forme di partigianeria che lo travagliano.
Già abbiamo visto sentenze discutibili coinvolgere colleghi noti per la loro serietà ed equilibrio nell'affrontare il tema dell'Islam, con addirittura condanne penali che prevedono la pena detentiva.
Il giornalismo rischia di cadere in una logica da tifo calcistico piuttosto che analitica e razionale, soprattutto quando si toccano temi delicati e sensibili come quelli religiosi e, in particolare, relativi all'Islam ed alle questioni legate all'area medio-orientale.
La libertà di ricerca ne paga il prezzo, schiacciata tra opposti estremismi interpretativi, e non solo.
Ci auguriamo che tali tendenze trovino presto voci più equilibrate e meno partigiane a contrastarle, e che queste trovino a loro volta ascolto nel mondo dell'informazione, in quello politico, in quello culturale e in quello religioso.
Se.Sa.MO.

1 comment:

Anonymous said...

Caro Giovanni, putroppo il link con Sesamo non funziona. Colgo l'occasione per postare una mail ricevuta dal prof. Massimo Campanini che è direttamente legata a questa vicenda:

Cari amici,
nel suo ultimo libro (Viva Israele, Mondadori), subito segnalato con
entusiasmo da Chiaberge sul Sole 24 Ore, l'autore mi accusa: 1) di
antisemitismo; 2) di fingere di ignorare il pericolo islamista. Ma il
peggio è che scrive letteralmente. "Il caso del prof. Campanini non è
l'unico. L'Università italiana pullula di professori cresciuti
all'ombra delle moschee dell'UCOII, simpatizzanti coi Fratelli
Musulmani, inconsapevolmente o irresponsabilmente collusi con la loro
ideologia di morte". Ora, è tempo che le volgari menzogne e gli
insulti abbiano termine. Per quanto mi riguarda chiederò a un
avvocato se esistano i margini per una denuncia per diffamazione. Per
intanto invio a voi, pregandovi nei limiti del possibile di farla
circolare, una doverosa risposta pubblica:
1) siccome viviamo in un paese in cui vige la libertà di parola,
ribadisco il mio dissenso nei confronti della politica mediorientale
di Israele, ma per questo né posso e debbo essere tacciato di
antisemitismo, né sostengo di volere la distruzione dello stato
ebraico;
2) siccome viviamo inn un paese in cui vige la libertà di parola,
ribadisco il mio dissenso nei confronti della politica mediorientale
dell'amministrazione Bush. Quanto è successo e sta succedendo in Iraq
e Afghanistan è una pessima prova di democrazia o probabilmente non è
democrazia affatto.
3) sui Fratelli musulmani ho sostenuto e ribadisco che
l'organizzazione è profondamente radicata nella società civile dei
paesi arabi dove svolge attività assistenziale e caritativa.
Liquidarla superficialmente come puramente terrorista è storicamente
falso e politicamente pericoloso. I Fratelli Musulmani si articolano
in moltissime correnti, alcune estremiste altre che sono
tradizionaliste e conservatrici, ma niente affatto terroriste. Tutto
questo ho documentato e documento scientificamente nei miei molti
libri e articoli citando fonti primarie e letteratura critica. D'altro
canto non mi risulta che Tariq Ramadan (che è consigliere di Tony
Blair) o Rashid Ghannushi (che vive a Londra) siano stati inquisiti e
meno che meno condannati da magistrature occidentali democratiche.
Il mio lavoro è un lavoro scientifico che può essere dimostrato in
qualsiasi momento; quello di Magdi Allam una virulenta e gratuita
polemica personale neppure sostenuta dall'eloquenza ciceroniana.
Vi ringrazio dell'attenzione.
Massimo Campanini
massimo.campanini@tiscali.it
mcampanini@unior.it