La domanda mancata a un imam italiano

Recentemente, durante una conferenza a Venezia, ho incontrato l’Imam Yahya Pallavicini, figlio dello shaykh ‘Abd al-Wahid Pallavicini, (fondatore e presidente della CO.RE.IS. - Comunità islamica italiana), e membro della Consulta per l’Islam Italiano istituita dal ministro Pisanu.

Per problemi di tempo e della tematica della conferenza, non non sono riuscito a porgli una domanda che ho deciso di sottoporvi qui di seguito:

Nell’ottica del caso francese del CFCM, che rappresenta ufficialmente l’islam al livello nazionale e che si occupa esclusivamente di questioni relative all’ambito religioso (che rappresenterebbe solo il 5% dei “musulmani sociologici” francesi) trascurando le problematiche sociali dei giovani musulmani delle periferie, quali vantaggi può trarne la Consulta Islamica italiana? Crede che la futura istituzionalizzazione dell’islam in Italia possa avere luogo con prospettive diverse da quelle dell’esperienza francese, anche nell’ottica del fatto che in Italia non vige una legge così restrittiva come quella della separazione tra Chiese e Stato, adottata in Francia fin dal 1905?